TORINO – “Il carcere di Torino è completamente fuori controllo. Una vera baraonda.”
A denunciarlo è Leo Beneduci, Segretario Generale dell’OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), dopo l’ennesimo gravissimo episodio avvenuto all’interno della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno”.
Nella giornata del 15 giugno 2025, un detenuto della 10ª sezione del padiglione B, in evidente stato di alterazione psicofisica, si è dapprima barricato nella propria cella e ha tentato di impiccarsi, simulando un gesto estremo al fine di opporsi all’intervento del personale.
Il personale, immediatamente equipaggiato, è intervenuto con prontezza e professionalità, sbloccando la situazione, trasferendo con urgenza il detenuto dalla cella alla sezione psichiatrica del padiglione A.
Durante l’intervento, tre agenti hanno riportato contusioni e traumi, con prognosi fino a cinque giorni.
L’intervento del personale è stato encomiabile per tempestività, sangue freddo e capacità operativa.
“Gli agenti di Polizia Penitenziaria – afferma Beneduci – non possono e non devono essere chiamati a gestire situazioni psichiatriche senza alcuna preparazione. Sono anni che denunciamo la presenza, all’interno degli istituti penitenziari, di detenuti affetti da gravi disturbi mentali, spesso non diagnosticati e senza un supporto medico continuativo. E il risultato è che tutto viene scaricato sul personale di custodia, che ogni giorno paga un prezzo altissimo.”
“In una sola settimana – conclude Beneduci – contiamo già tre episodi gravi e tre agenti feriti nella sola giornata del 15 giugno. Si tratta della 17ª aggressione dall’inizio dell’anno, per un totale di 26 agenti feriti. La situazione è diventata insostenibile. È necessario che la Direzione impartisca ordini chiari e immediati per rafforzare il supporto al personale, in particolare nei turni mattutini e pomeridiani, quando si concentrano le maggiori criticità operative. Serve un intervento urgente e concreto da parte del Ministero della Giustizia e del DAP per ristabilire condizioni minime di sicurezza, legalità e dignità del lavoro negli istituti penitenziari.”
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