ALESSANDRIA – Sventato un tentativo di evasione dal carcere. È accaduto ieri, martedì 29 luglio 2025, alla Casa di Reclusione di Alessandria. Tre detenuti, due di origine tunisina e uno marocchino, hanno messo in atto un vero e proprio tentativo di evasione. Lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. Ricostruisce i fatti Vicente Santilli, segretario Sappe per Piemonte: “Intorno alle 13:10, durante l’ora d’aria nel cortile della Sezione ex art. 32 (dove sono ristretti coloro che richiedono particolari cautele a causa del loro comportamento), i detenuti, dopo aver richiesto con insistenza di poter stendere alcuni indumenti “messi a bagno”, hanno prelevato dal secchio in cui si trovava il bucato una corda artigianale composta da alcune strisce di stoffa annodate, unite ad un gancio metallico ricavato verosimilmente da un fornellino da campeggio”. “I tre – prosegue il sindacalista – approfittando dell’accesso al cortile, hanno così cercato di agganciare la corda alla ringhiera superiore del muro perimetrale, nel chiaro tentativo di guadagnarsi una via di fuga. Mentre due lanciavano più volte l’attrezzo verso l’alto, il terzo controllava i movimenti per evitare di essere scoperti. L’intero piano, come è emerso, era stato accuratamente predisposto, nascondendo la corda tra i panni e inscenando un innocuo lavaggio solo per ottenere l’accesso ai cortili con il materiale necessario”. Santilli evidenzia che solo “grazie al pronto e risoluto intervento degli agenti di Polizia Penitenziaria, il tentativo è stato bloccato sul nascere e i tre detenuti sono stati ricondotti immediatamente nelle rispettive celle. I tre, per altro, erano già noti al personale per le loro intemperanze; infatti, erano ristretti nella sezione ex art. 32 che è destinata ai soggetti più refrattari al rispetto delle regole e che si sono resi autori di episodi non adeguati alla vita intramurale”. Il segretario esprime “il più vivo apprezzamento per la professionalità e la prontezza dei Baschi Azzurri, che hanno saputo gestire con fermezza una situazione potenzialmente esplosiva. Si conferma ancora una volta quanto sia alta la soglia di attenzione richiesta agli agenti penitenziari, spesso costretti a fronteggiare comportamenti sempre più organizzati e pericolosi da parte della popolazione detenuta”. “Per questo – conclude Santilli – ribadiamo la necessità di rafforzare gli organici e garantire strumenti adeguati a tutelare la sicurezza nelle carceri italiane e continueremo a vigilare affinché non si abbassi mai la guardia”.
Apprezzamento e vicinanza a tutto il Reparto di Polizia Penitenziaria del carcere di Alessandria arriva anche da Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che torna a sollecitare “interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Bisogna applicare ai violenti l’arresto in flagranza di reato per i detenuti che aggrediscono poliziotti penitenziari o mettono in grave pericolo la sicurezza del carcere, il carcere duro con isolamento fino a 6 mesi (articolo 14 bis dell’Ordinamento penitenziario) ed il trasferimento immediato in particolari sezioni detentive a centinaia di chilometri dalla propria residenza, come prevede il successivo articolo 32 del Regolamento: chiediamo – conclude Capece – anche per la Polizia Penitenziaria la dotazione di strumenti di tutela e garanzia non letali come i flash ball ed i bola wrap: il primo è un fucile che spara proiettili di gomma, già in dotazione alla Polizia Penitenziaria francese, mentre la seconda è un arma di difesa che spara lacci bloccante le gambe dei riottosi, anch’essa già in uso ad alcune Polizie locali di alcune città italiane”
© Riproduzione riservata - vietato l'utilizzo di testi, video e foto se non espressamente autorizzato dall'Editore